lunedì 6 maggio 2013

Un nuovo blog (anarchico e religiosamente civile)

Tre anni fa, dopo la pubblicazione del mio primo (e finora unico) romanzo, avevo aperto questo blog intitolato come il libro, che nei progetti avrebbe dovuto essere uno spazio dedicato alla promozione del romanzo e alle tematiche collegate, ma che poi nella pratica è diventato una palestra di scambi di idee politiche. Nessun successo "editoriale", nessuna rivelazione del web, nessun premio vinto, ma una platea sufficientemente estesa di lettori da convincermi a continuare.
Solo che conservare il titolo del romanzo non aveva molto più senso e fra l'altro, grazie alla non particolare intelligenza di molti pasdaran della rete, ingenerava anche qualche equivoco.
Per cui eccovi il mio nuovo blog, come al solito senza alcuna pretesa dottrinale e aperto a tutti i commenti. Ho voluto dedicarlo a un pensatore che ho sempre amato, il francese Pierre-Joseph Proudhon, il primo a fornire una versione positiva del termine anarchia, definendolo "una forma di governo o di costituzione nella quale la coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del diritto, basta da sola a mantenere l'ordine ed a garantire tutte le libertà".
Crocifisso da sempre per la sua affermazione "la proprietà è un furto", come se fosse rivolta verso la piccola borghesia che si indebita con il mutuo per comprare casa e non ai ricchi possidenti terrieri e gli industriali, i cui proventi sono spesso un vero furto ai danni dei lavoratori e ai banchieri, che sull'indebitamento spinto dall'utopia della crescita all'infinito ci lucrano in modo spesso illegittimo, in realtà era una persona estramente razionale, che vedeva nel diritto alla libertà l'unica "religione civile" nella quale credere.
A presto, anche su queste pagine.

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