martedì 26 febbraio 2013

I simpatizzanti del Pd se la prendono con Ingroia e Grillo, ma il vero responsabile del caos italiano è seduto al Quirinale

"Se becco chi ha votato Grillo lo meno". "Ingroia se ne torni in Guatemala". "Il Movimento 5 Stelle è il nuovo fascismo". 
Come al solito i resti del Pci e della Dc che hanno deciso di chiamarsi Partito Democratico, anche se sono abituati alla sconfitta, non hanno ancora imparato a perdere. I loro simpatizzanti sui social network fanno davvero tenerezza quando si scagliano contro i presunti responsabili, un po' meno i commentatori strapagati come l'ineffabile Michele Serra, che dopo aver passato tutta la campagna elettorale a parlare male di Grillo oggi ammette di essere "un quasi sessantenne benestante" (benestante un cazzo, benestante sono io, lui è semplicemente ricco) e di non averci capito un tubo. Poi alla fine stizzito se la prende con Ingroia e si augura che resti tutta la vita in Guatemala. 

lunedì 25 febbraio 2013

Il Pd, ovvero come fare politica senza capirla mai

Non so se sia stata colpa dello spin-doctor dal nome simile a quello di uno spogliarellista da avanspettacolo, ma bisogna dire che lì al Pd non ne hanno azzeccata una. Se davvero speravano nella stampella di Monti, gli è andata malissimo perché era prevedibile che di fronte al nome del Professore molti elettori avrebbero messo mano alla pistola (e al portafoglio), se credevano che Grillo non gli avrebbe portato via un casino di voti gli è andata anche peggio. E l'appello al voto utile deve avere avuto un effetto solo sugli elettori di Ingroia, che i primi sondaggi avevano dato addirittura al 10% e che invece non è arrivato neanche al 3% e quindi non entrerà in Parlamento. 
E' certo che chiunque ci sia dietro la scelta di non affrontare i programmi televisivi scomodi e le piazze, per cazzeggiare su Internet con le smacchiature dei giaguari e altre amenità non ci ha capito un tubo fin dall'inizio. Per l'ennesima volta, il centrosinistra non è riuscito a togliere un voto al centrodestra e ne ha persi un altro po' a sinistra.

venerdì 22 febbraio 2013

Il voto? Uno psicodramma per l'elettorato di sinistra

Domenica e lunedì si va a votare e sarebbe cosa buona e giusta farlo, dopo cinque anni che possono essere annoverati fra i peggiori di sempre nella storia della nostra Repubblica. Il problema è, ovviamente, per chi. E qui non solo casca l'asino, come direbbe quell'anarchico di Antonio De Curtis, ma viene giù proprio tutta l'impalcatura.

mercoledì 13 febbraio 2013

Finmeccanica e le meraviglie della stampa italiana

Il caos di Finmeccanica fa il paio con quello del Monte dei Paschi di Siena. Silvio Banana e i suoi non avevano neanche finito di festeggiare il crack della banca senese, legata a doppio filo a personaggi cardine del Partito Democratico, che nel giro di 24 ore sono arrivati una serie di missili contro i manager-spazzatura amici del centrodestra, come Paolo Scaroni dell'Eni, che è stato arrestato nel 1992 nell'inchiesta Mani Pulite, nel 1996 è stato condannato a un anno e 4 mesi per tangenti di svariate centinaia di milioni di lire italiane versate al Psi, nel 2005 è stato nominato ai vertici della più grande azienda pubblica italiana dal governo Berlusconi e oggi, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio, è indagato dalla procura di Milano per corruzione per una presunta tangente pagata ad esponenti del governo algerino per favorire la controllata Saipem e la stessa Eni in appalti da 11 miliardi di dollari.

martedì 12 febbraio 2013

I Patti Lateranensi: da Mussolini a Craxi, quell'accordo scellerato che stiamo ancora pagando

Chissà se l'anniversario di ieri, quello dei Patti Lateranensi firmati nel 1929, ha avuto un ruolo nella decisione di papa Benedetto XVI di autorottamarsi. Era l'11 febbraio di 84 anni fa, sette anni dopo che il regime fascista era salito al potere, quando Pio XI (tramite il cardinale Pietro Gasparri) e Benito Mussolini celebrarono la nascita dello Stato Vaticano e secondo l'Osservatore Romano bisogna ''constatare ancora una volta la funzionalità della soluzione convenuta'' tra l'Italia e il Vaticano e ''la sua rispondenza a tuttora perduranti esigenze, la sua idoneita' nel continuare a guidare verso obbiettivi condivisi''.
Purtroppo l'affare lo hanno fatto solamente le autorità ecclesiastiche.

lunedì 11 febbraio 2013

Addio a Ratzinger, le dimissioni del peggior nemico della modernità

Le dimissioni di papa Josef Ratzinger erano annunciate da tempo. Almeno da un anno circolavano le voci e gli articoli di stampa che parlavano dell'ipotesi, quasi senza precedenti. Oggi la definitiva resa: a 85 anni il principale nemico della modernità nel mondo occidentale sente il peso degli anni e getta la spugna.
Un atto sensazionale, che ovviamente ha dato la stura a uno tsunami di commenti da parte di tutto il mondo politico e cattolico italiano, che come al solito si distingue per la sua straordinaria propensione al lecchinaggio. Papa Benedetto XVI era bravo, buono e bello, anche se non è ancora morto, e soprattutto anche un grande studioso.

lunedì 4 febbraio 2013

Imu e reddito di cittadinanza: Silvio le spara grosse e il democristiano Bersani si indigna

La campagna elettorale sta prendendo una tristissima piega. Il Caimano tenta il tutto per tutto per recuperare posizioni contando sulla basilare ignoranza dell'elettorato che lo ha fin qui sostenuto e per far dimenticare a gente dalla memoria sempre assai corta una ventina d'anni di porcherie e grossolana incapacità di governare. 
Vale tutto: dall'abolizione dell'Imu sulla prima casa e la sua restituzione in contanti, al condono tombale che in fondo è il sogno di una buona metà del paese, che vive di evasione fiscale ed economia in nero.

venerdì 1 febbraio 2013

Il caso Monte dei Paschi e la "pelosa" difesa delle istituzioni

Per carità. Tutti in campo a difesa delle istituzioni, tutti pronti a far finta di niente, se i manager delle banche giocano alla roulette russa, la vigilanza dorme sonni profondi e i governi ripianano le perdite a colpi di nuove tasse. Certi monumeni istituzionali non si possono toccare altrimento non si fa il bene del paese, dicono. 
E così davanti alla tragicommedia del Monte dei Paschi di Siena, nella quale ogni giorno emerge qualche nuova perla nascosta mettendo tutti contro tutti e consentendo perfino a uno come Giulio Tremonti, che di certo non ha lasciato un grandissimo ricordo di sè come ministro dell'Economia, di prendersi qualche rivincita.