giovedì 3 gennaio 2013

Silvio e Mario, due anziani allo sbaraglio occupano la tv

Il nuovo anno si è aperto un po' come si era concluso il precedente, con la solita istantanea della politica sempre più vecchia e appassita. Oltre all'ultraottuagenario che siede ancora al Quirinale e che ha come al solito dispensato una serie infinita di banalità e cose ovvie nel suo discorso di fine anno, la tv è letteralmente occupata da due persone ormai anziane anche loro, il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti (ormai quasi settantenne) e il presidente del Consiglio dimissionato Silvio Berlusconi (che ne ha compiuti 76), che fanno a gara a chi la spara più grossa nel tentativo di accaparrarsi quello che viene definito il "voto moderato". 
E' un'autentica orgia di finte interviste, dove i due snocciolano i loro cavalli di battaglia ormai ben noti. Da una parte il professore amico delle banche e degli istituti finanziari internazionali, che cerca di liquidare con un paio di battute il fatto che in Italia ci sia ancora qualcuno che vorrebbe votare a sinistra, ironizzando sul fatto che coloro che non intendono smantellare lo stato sociale e non vogliono stracciare le conquiste dei lavoratori lungo l'arco di un mezzo secolo sono in realtà dei conservatori. 
Perché nel magico mondo del club Rotary, quello di Monti, riformismo significa tornare all'era dei padroni del vapore, dello scontro sociale, della cancellazione di ogni dignità per i salariati, in modo da lasciare mano libera all'imprenditoria italiana (ovvero alle banche, visto che gli imprenditori in Italia non esistono). E' così tronfio nelle sue affermazioni, il professor Monti, che addirittura accusa di corporativismo il Pdl, reo a suo dire di non aver "liberalizzato" le professioni, come se lui fosse quello che può mettersi contro avvocati, farmacisti, commercialisti, baroni universitari, manager (cioè più o meno tutte le categorie rappresentate dalle inguardabli facce del suo governo). Una roba da morire dal ridere, soprattutto perché se l'è presa con il povero Renato Brunetta, ironizzando sulla sua "statura" di accademico.
Dall'altro lato c'è il solito Silvio, che mente sapendo di mentire, che un giorno sembra condividere l'agenda Monti e l'altro chiede una commissione di inchiesta contro il "golpe" che lo ha sottratto prematuramente all'affetto degli italiani. Lo show è sempre lo stesso: la colpa è dei comunisti (ma oggi su questo piano ha un concorrente agguerrito in Monti, che è riuscito a dare dell'estremista a gente come Vendola e Fassina facendo sorgere il dubbio che gli estremisti in Italia, purtroppo, non esistano proprio più), toglierò l'Imu, non ho mai pagato una donna, contro di me c'è una persecuzione giudiziaria. Un po' poco, soprattutto calcolando che alle elezioni dovrà portarsi dietro gente come la Lega (il partito quasi disssolto dalle indagini sulle truffe), i Fratelli d'Italia post-fascisti (e parecchio ridicoli), la lista di Storace (che voleva fare lo spiritoso candidando un giornalista di colore, che ha trovato posto in Rai perché missino da sempre, ma si è beccato una marea di insulti dai suoi simpatizzanti che un "negro" in lista proprio non lo sopportano). 
Due anziani tristi e soli, il primo convinto a guidare una lista che non si sa neanche se arriverà al 4%, il secondo a caccia almeno di una riconferma come leader della futura opposizione. Sarebbe meglio pensionarli subito, prima di ritrovarceli anche a cantare sul palco di Sanremo.
La Fornero non potrebbe fare uno strappo?

4 commenti:

  1. diamoci una mossa e zittiamoli per sempre questi vetusti arnesi destinati ad un imminente coccolone. ormai non se ne può più dell'aria fetida e stantia che costoro emanano, senza avere il decoro di passare il loro tempo a cambiarsi i pannoloni pregni di tutta quella incontinenza che purtroppo ha infestato i piani bassi e quelli alti degli italiani.

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  2. Impossibile zittirli, purtroppo. Uno controlla tre televisioni e ha potere anche sulle altre. Il secondo ha da poco nominato i vertici della Rai (mettendoci due tristi personaggi iperpagati come lui).

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  3. Sempre più persone lo fanno e questo è un bene. Ma la tv gioca ancora un ruolo fondamentale nel formare le opinioni degli italiani.

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