martedì 28 agosto 2012

Procreazione, la legge porcata nuovamente affossata dalla Corte Europea. Il colabrodo di ispirazione cattolica

Una delle peggiori porcate messe in atto dalla destra cattolica in questi ultimi 20 anni passati per larga parte al governo risponde al nome di Legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita. Un obbrobrio giuridico che ha spinto migliaia di coppie italiane a recarsi all'estero per aggirare le limitazioni imposte con il divieto della fecondazione eterologa, il no a qualsiasi tecnica utile a predeterminare o alterare il patrimonio genetico dell’embrione (dunque anche la diagnosi pre-impianto), il no alla produzione di più di tre embrioni per volta e il no alla loro conservazione. Tutto nel nome di quel cattolicesimo oscurantista che da sempre impone la sua grottesca visione del mondo agli italiani. 
La legge, firmata nel 2001 da un commercialista della Lega Nord, Giancarlo Giorgetti, e che ha visto come relatrice Dorina Bianchi, una laureata in medicina dal curriculum stile banderuola (ha iniziato la sua esperienza politica nel centrodestra col CCD e l'UDC, poi è passata al centrosinistra con la Margherita e il Partito Democratico, poi è ritornata nell'UDC e infine ha aderito al Popolo della Libertà) continua a essere difesa a spada tratta da tutti i vatican-boys che tuttora affollano il nostro Parlamento, nonostante alcune sentenze della Corte Costituzionale e del Tar del Lazio l'abbiano dichiarata illeggittima in diversi punti. 
Oggi la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge nella parte che riguarda l'impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. Secondo i giudici della Corte di Strasburgo il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è ''incoerente'' in quanto, allo stesso tempo, un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica. 
Si è alzata qualche voce a sinistra, come quelle di Nichi Vendola e Ignazio Marino, che chiedono - giustamente - una nuova legge, visto che questa è un colabrodo (e visto anche che su un caso singolo la Corte europea ha imposto un risarcimento di 15 mila euro da parte dello Stato, rendendo possibile una pioggia di ricorsi). 
Ma è l'ennesimo capitolo dell'incapacità del Pd di continuare a considerarsi un partito non dico di sinistra, ma perlomeno coerente con le sue proposte. Perché alla fine della storia, metà dei loro iscritti fuoriusciti dalla Dc, più i loro alleati dell'Udc, non consentiranno alcuna modifica. Infatti il ministro della Sanità attuale, il cattolicissimo Renato Balduzzi, quello che ci tasserà perfino la gassosa, ha balbettato qualcosa a proposito della necessità di "tenere presenti tutti i valori in gioco, tra cui la soggettività giuridica dell'embrione'', facendo crescere la paura che un giorno potrebbe essere considerata omicidio anche la masturbazione.
Continueremo a tenerci l'obbrobrio, hai visto mai che si dispiace il Santo Padre.
 

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