lunedì 27 agosto 2012

L'unico avversario di Bersani è Beppe Grillo. Con tutti gli altri ci andrebbe a braccetto volentieri

In una situazione del genere che il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, identifichi in Beppe Grillo l'unico nemico è veramente stucchevole. Volendogli perdonare la prassi tipica dei vecchi compagni del Pci, quella di dare del "fascista" a chiunque esprimeva un dissenso nei confronti del comitato centrale, non si può fare a meno di notare come sia invece grottesca la sfida lanciata al Movimento 5 Stelle dal palco della Festa del Pd a Reggio Emilia contro i "fascisti del web", contro chi definisce i democratici zombie, cadaveri ambulanti. Bersani per una volta ha fatto il duro: "Vengano qui a dircelo, vengano via dalla rete. Vengano qui". E il tutto suona tanto di attaccabrighe da Bar dello Sport (stile, "viemmelo a dì 'n faccia, si c'hai er coraggio"), anche perché non risulta che nessuno abbia invitato qualche esponente dei fascisti del web a parlare. Cosa dovrebbero andare a fare i grillini a Reggio Emilia? A sfidare Bersani a duello? 
Siccome fra i due contendenti, il comico ci sa fare molto di più con le parole (l'altro si perde spesso nel politichese di vecchissimo stampo e mette insieme frasi così involute che non si capisce affatto cosa voglia dire davvero), la risposta è stata fulminante: "A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione".
Purtroppo, ha ragione da vendere. 
Basta ripercorrere le tappe della storia di come i resti del Pci hanno via via incamerato metastasi democristiane (gente come Letta, Rosy Bindi e Fioroni, capaci di mettersi di traverso anche davanti ad elementari scelte di modernità), salvando dalla galera o dalla rovina il cavaliere Silvio Berlusconi per poi aprire la strada per il suo ritorno a Palazzo Chigi, basta vedere l'ossequio con il quale vengono trattati gli ex alleati del Caimano, come Pierferdinando Casini (leader di un partito pieno di condannati  a vario titolo) o l'ex fascista (lui sì) Gianfranco Fini, firmatario di leggi razziste e liberticide in combutta anche con i secessionisti leghisti che il buffone futurista ha sempre detto di odiare. Senza contare che oggi il Pd sostiene un governo di baroni, per giunta assai poco capaci (ma molto assetati di sangue), in compagnia del partito di Berlusconi e Cicchitto, di La Russa e Gasparri.
Possibile che in una città come Reggio nessuno si sia alzato in piedi per dire che questo partito più che di zombie è formato da gente che si venderebbe la madre pur di rimettere le chiappe su una qualsiasi poltrona, magari anche restando all'opposizione?
Possibile che ci sia ancora qualcuno che voti il Pd pensando di votare "a sinistra"?

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