venerdì 13 luglio 2012

Spaccare la vetrina di una banca costa più caro che spaccare la testa a qualcuno

Eccola la grande lezione di Genova 2001. Spaccare le vetrine di una banca è considerato un reato più grave che spaccare la testa alla gente. E così mentre i poliziotti macellai non faranno neanche un giorno di carcere visto che la sospensione dalla polizia è solo un reato amministrativo e i celerini che hanno commesso materialmente le violenze alla Diaz non sono stati neanche condannati, qualcuno dei temibili no global, accusato solo di danni materiali, da oggi entra direttamente al gabbio.
I reati? Gravi e stupidi, come lancio di pietre, bottiglie molotov, sfondamento di vetrine e bancomat, saccheggio di supermercati, ma mai paragonabili allo schifo di sangue a cui ci è toccato assistere ai danni di ragazzi inermi, in una giornata nella quale sotto i colpi dei manganelli ci finirono anche le suore della Marcia della pace di Assisi.
Un paese con il culto della merce e degli stivali chiodati, nel quale i siti web dei quotidiani hanno preferito titolare sulla riduzione delle condanne piuttosto che sottolineare che per alcuni ragazzi si aprono le porte del carcere, mentre per i "messicani" è finito tutto quasi in cavalleria.

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