lunedì 16 luglio 2012

L'ammiraglio ostaggio del Pentagono

Sul fatto che l'ammiraglio Giampaolo Di Paola ci abbia fatto retrocedere di parecchie posizioni in una virtuale classifica di democrazia ho già scritto in passato. Siamo l'unico paese civile (oddio, lo siamo ancora davvero?) che ha messo un militare a fare il Ministro della Difesa e l'amico non è uno qualunque.
E' una vecchia volpe che ha fatto carriera nella Nato, pappa e ciccia con gli americani e vero bipartisan che piace anche alla sinistra, infatti nel 1998 viene scelto come capo di gabinetto del ministro, Carlo Scognamiglio, ed è poi confermato dal successore Sergio Mattarella.  Nominato segretario generale della difesa nel 2001, sempre dal governo di sinistra, nel 2004 Berlusconi lo promuove capo di stato maggiore della difesa, dopo che nel 2002, con la qualifica di Direttore Nazionale degli Armamenti ha firmato al Pentagono il pro-memoria d'intesa che impegna l'Italia alla partecipazione del programma F-35, per l'acquisto di 131 cacciabombadieri, a circa 8,5 miliardi di dollari (valuta del 2002), più 1 miliardo per partecipare al programma di sviluppo. Una sòla in grande stile confezionata su misura per Silvio dagli amici americani per fargli pagare le ospitate presso il ranch della famiglia Bush.
Siccome oltreoceano magari succede anche che un nero salga alla Casa Bianca, ma è impossibile che le industrie militari perdano anche un solo briciolo del loro sconfinato potere, anche in tempi di drammatica spending review non potevamo proprio fare a meno di confermare l'acquisto.
I tecnici si sono pertanto affidati al supertecnico, il quale ha partorito l'uovo di Colombo: tagliamo un po' di posti di lavoro nella Difesa (da sempre refugium peccatorum degli zotici che non combinavano niente nella vita) e confermiamo aeroplanini, fregate e fuciletti in modo da poter continuare a giocare alla guerra sentendoci al pari degli altri, raccontando un mare di bugie (sullo stile della Tav) per rendere la cosa credibile.
Ci raccontano che dall'anno prossimo un militare su dieci lascerà l'esercito, con pre-pensionamenti o trasferimenti, ma per la gran parte degli esuberi si ricorrerà all' 'ausiliaria', una specie di aspettativa al 95 per cento dello stipendio. Un ammortizzatore privilegiato che si applica solo per il personale militare, alla faccia dei poveri esodati vittime di Frankestein-Fornero, e che sostanzialmente impedirà risparmi immediati.
Del resto il ministro è di Torre Annunziata e il gioco delle tre carte deve averlo imparato da piccolo.


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