giovedì 19 luglio 2012

La Bindi e le bugie sui matrimoni gay, lo stile Dc non muore mai

Se c'è qualcuno che ha ancora dei dubbi sul danno causato dalla presenza dei cattolici in politica, dia un'occhiata al filmato del dibattito alla Festa del Pd con la vicepresidente del partito, Rosy Bindi. Dopo la terribile figura fatta in assemblea, dove afferrandosi a cavilli procedurali ha impedito di votare delle proposte sul riconoscimento dei matrimoni fra omosessuali, facendone passare invece una che sembrava scritta dal conte Mascetti di Amici Miei (la celeberrima supercàzzora), la nostra eroina dell'untuosità democristiana ha ancora il coraggio di presentarsi in pubblico per avvalorare delle patetiche bugie. 


Parlando dei matrimoni fra gay, la Bindi ha citato una sentenza della Corte Costituzionale che a suo dire li proibirebbe. Quindi la colpa non è dei cattolici, ma della massima autorità giudiziaria italiana, che secondo questa giurista della domenica ha messo lo stop definitivo a certe richieste "massimaliste" (le chiama proprio così, come se pretendere di vedersi riconosciuto un diritto possa essere considerato massimalista). 
Peccato che, come qualcuno le fa notare dalla platea (subito rimbrottato da un paio di vecchi arnesi del partito che fu), tutto questo non sia affatto vero e che la Corte abbia semplicemente detto che per il riconoscimento dei matrimoni fra persone dello stesso sesso è necessario un intervento legislativo e non sia possibile estenderlo automaticamente. 
Il che significa che se in Parlamento ci sarà una maggioranza disposta a votare una legge che stabilisca finalmente che il diritto di famiglia non può essere discriminante nei confronti delle coppie gay, la Consulta non avrà niente da ridire, visto che l'articolo 29 della Costituzione non sancisce affatto che il matrimonio debba essere necessariamente fra un uomo e una donna. 


Attualmente due persone dello stesso sesso possono accedere all'istituto del matrimonio in molti paesi "normali", come Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina, Messico (anche se solo nella capitale) e in sei stati degli Usa, più un settimo, la California, dove la legge è attualmente sospesa. In quasi tutto il mondo occidentale sono almeno riconosciute le unioni civili e noi siamo gli unici che non hanno assunto alcuna posizione in materia, proprio grazie alla costante pressione sui nostri politici mezze tacche esercitata dal Vaticano.
Oggi, schierarsi in un partito "progressista" e mentire agli elettori su un argomento del genere, anche dopo le recenti prese di posizione di Obama e Hollande, significa essere fuori dalla realtà e ripetere una bugia 3-400 volte senza contraddittorio, la grande lezione imparata da Silvio Berlusconi dall'eredità democristiana confluita in maggioranza nel suo partito di plastica, non funziona più come una volta. 


Ciliegina sulla torta finale, la Bindi vuole mostrare il "cartellino rosso" a Di Pietro perché ha osato attaccare il Presidente della Repubblica (un signore che preferisce non si sappia cosa ha detto a un indagato piuttosto che fare chiarezza), mentre invece assolve Casini che ha sparato ad alzo zero contro i magistrati palermitani, perché "lo ha fatto per difendere il Capo dello Stato".
Lo stile di Andreotti e Fanfani è destinato a sopravviverci.

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