giovedì 24 novembre 2011

Nuovo governo: sono più ridicoli i complottisti o quelli del rancio sempre ottimo e abbondante?

Guardando le facce del nuovo governo italiano sorge spontanea la domanda: sono più ridicoli i "complottisti" o quelli che battono sempre le manine davanti al direttore? In questi giorni di sonnolenza mortale (nessuno ha ancora la più pallida idea di cosa si inventeranno questi signori, mentre il costo del nostro debito comincia a far rimpiangere i tempi di Berlusconi), alcuni autorevoli commentatori si sono sperticati in sfottò senza fine nei confronti di tutti coloro che sentono la puzza di bruciato ovunque, assimilando chi finora si è limitato a sottolineare l'enorme conflitto di interessi in cui stanno trascorrendo la loro terza età i ministri di Mario Monti ai seguaci delle teorie dei Maya, o ai fan degli Ufo, passando per quelli che non credono allo sbarco sulla Luna e coloro che pensano che gli attentati dell'11 settembre se li siano fatti in casa gli americani. Ed è fastidiosa anche la spocchia con la quale lo stesso Monti ha definito "offensivo" parlare di tutte le magagne delle sue (siamo sicuri?) opinabilissimi scelte. Perché magari saremo tutti complottisti, ma Passera non può risolvere la questione dimettendosi da Intesa San Paolo quando ha ancora in tasca otto milioni di euro di azioni, nè Clini all'Ambiente può nascondere il fatto di essere un grande sponsor degli inceneritori, nè la Cancellieri all'Interno potrà far mai dimenticare di aver negato la persenza di infiltrazioni mafiose nella città dove era Prefetto, Genova, nel momento in cui veniva clamorosamente accertata. E così via, passando per uno dei militari più potenti della Nato alla Difesa (sia chiaro che, complottismo o meno, solo nei regimi dittatoriali le forze armate dipendono da un militare) e il ricco portafogli di tanti altri, che hanno fatto incetta in questi anni di incarichi pubblici e ne hanno investito i proventi in partecipazioni azionarie di grandi aziende. Da leggere, alla bisogna, c'è l'ottima inchiesta pubblicata su Agoravox.
Il rancio non è ottimo, nè abbondante. Dipinge come al solito un paese a sovranità limitata e solleva moltissimi interrogativi. Chi crede ciecamente nella buona fede del Professore e dei suoi accoliti non sarà un "complottista", ma di sicuro gira con la sveglia al collo.

2 commenti:

  1. Veramente non credo sia niente di male che un ministro detenga quote azionarie - anche importanti - di societa' quotate. Basta non avere una posizione dominante cosi' da non incorrere nel conflitto di interessi.
    E poi lasciamoli lavorare e valutiamoli severamente non appena vedremo i frutti. Parlarne solo per il gusto di criticarli non giova a nessuno....

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  2. Io invece penso che sia molto grave che un ministro abbia ingenti quote azionarie di società quotate e sul futuro delle quali deve prendere delle decisioni. Questo non sarebbe possibile in nessun paese civile. In America uno come Bloomberg ha dovuto vendere tutto anche solo per fare il sindaco di New York.

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