giovedì 20 ottobre 2011

La fine di Gheddafi e le solite figuracce di Frattini

L'uomo, per quanto elegante e piacione, non sembra davvero un granché intelligente. Un cable dell'ambasciata americana di quelli messi in rete da WikiLeaks lo descriveva come una specie di utile idiota al servizio di Silvio Berlusconi, ma magari esageravano. Certo è che il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha una spiccatissima propensione alla brutta figura, come quella sulle intercettazioni di Valterino Lavitola, frequentato a "insaputa" del fatto che si trattava di un mezzo bandito.
L'ultimissima è di oggi. Muammar Gheddafi viene ammazzato nel suo rifugio a Sirte e il ministro sciatore approfitta di una gita a Bolzano e dei microfoni di Sky per proclamare la "vittoria del popolo libico". 
Incredibile. 
E' lo stesso uomo che nel 2008 (all'inizio di questa tristissima legislatura e di questo vergognoso governo) disse che il cane pazzo poteva e doveva essere un grande alleato dell'Italia (soprattutto per aiutarci a far fuori quei fastidiosissimi negri che dalle coste della Libia arrivano a Lampedusa) e che ancora un anno fa, dopo la pagliacciata del beduino a Roma con le ragazze-escort pagate per assistere alla sua lezione sull'Islam, lo difendeva dalle accuse: "In Italia c’è un atteggiamento da colonialismo di ritorno, e invece Gheddafi è un leader arabo, il presidente dell’Unione Africana, un politico capace di mettere un proprio collaboratore a presiedere l’assemblea dell’Onu. E va in giro per l’Africa a dire che l’Italia è l’unico Paese che ha superato il colonialismo. Sa questo quante porte apre in Africa?".
Chissà se dopo tutti i danni che anche noi italiani nel nostro piccolo abbiamo combinato in Africa le porte non ce le chiuderanno in faccia definitivamente? Quella sì che sarebbe una grande vittoria.

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