martedì 11 ottobre 2011

Dopo 10 anni in Afghanistan, missione compiuta. Produzione di oppio alle stelle, si preannuncia una nuova primavera per le droghe pesanti

Sì, la guerra al terrore, come no. Sì, l'impegno dei nostri bravi soldati per la pace, fateci ridere. Sì, il mondo è più sicuro, ma certo. Dopo dieci anni di inutile guerra, alla quale abbiamo partecipato un po' tutti (noi italiani come al solito vagamente defilati) costati centinaia di migliaia di morti fra la popolazione afgana e alcune migliaia di poveri scemi col fuciletto attirati dai guadagni delle missioni all'estero, finalmente la missione si può dire compiuta. La produzione di oppio in Afghanistan è destinata a salire di quasi due terzi quest'anno, con ricavi per gli agricoltori decisamente più alti. A dircelo è un rapporto dell'Onu diffuso oggi, nel quale si ricorda che l'Afghanistan produce piu' del 90% degli oppiacei illeciti del mondo e che le coltivazioni proseguono nonostante gli sforzi e i fondi stanziati a livello internazionale. Anzi, viste le facce delle persone nelle cui mani finiscono questi soldi (vedi Hamid Karzai), probabilmente è proprio grazie a questi "sforzi" che il traffico va così alla grande. 
L'indagine dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine precisa che la
coltivazione delle colture di papavero ha raggiunto i 131mila ettari nel 2011, il 7% in piu' rispetto al 2010. E la resa delle colture per ettaro ha evidenziato una netta accelerazione rispetto all'anno scorso, tanto che la  produzione complessiva potrebbe potenzialmente aumentare del 61%. Il prezzo dell'oppio secco e' aumentato del 43% rispetto al 2010 e il reddito totale di una azienda agricola è destinato ad aumentare del 133% per raggiungere i 1.407 milioni di dollari nel 2011. A questa gente, adesso, andiamo a proporgli di mettersi a coltivare patate.   
Tutto questo mare di roba invaderà presto i nostri paesi. Per l'eroina si preannuncia una nuova primavera.  Sarà contento Giovanardi.

Nessun commento:

Posta un commento