mercoledì 20 luglio 2011

Genova dieci anni dopo: i macellai stanno tutti bene

Il termine "macelleria messicana" non è un'invenzione giornalistica. Lo ha utilizzato un poliziotto, Michelangelo Fournier, all'epoca del G8 del 2001 a Genova vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma (i celerini, quelli che menano per definizione), per descrivere quello che vide al momento dell'irruzione nella scuola Diaz. Un pentito, perché in un primo tempo, aveva fornito tutta un'altra versione dei fatti. A dieci anni di distanza da quei giorni terribili, che provocarono la morte di Carlo Giuliani, segnando una delle peggiori pagine della repressione politica nel nostro paese (periodo fascista compreso), i protagonisti di quell'ignobile schifo stanno tutti bene. 
L'allora vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, che fece una strana visita alla Questura di Genova poco prima che partisse il massacro e che oggi si è rifatto una verginità di democratico, l'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola che ammise di aver dato l'ordine di sparare sulla gente se avesse tentato di violare la zona rossa, rimasto in sella fino a quando non è stato pizzicato in una storia di appartamenti regalatigli a sua insaputa, lo stesso Berlusconi, che allora aveva appena riconquistato Palazzo Chigi dopo cinque anni di penoso governo di centro-con-proprio-poca-sinistra e che oggi, un po' traballante, è ancora alla guida (si fa per dire) del paese. 
Per non parlare degli eroici tutori dell'ordine. Come Spartaco Mortola, condannato in appello a tre anni e otto mesi per i falsi dei verbali di arresto della scuola Diaz e a un anno e due mesi per l'induzione alla falsa testimonianza del questore di Genova, che invece di essere cacciato via con disonore dal corpo è stato promosso questore di Genova. O come Alessandro Perugini ripreso in video mentre prende a calci in faccia un ragazzo inerme, oggi dirigente della polizia ad Alessandria e Giacomo Toccafondi, un medico genovese che partecipò alle violenze e che non solo non ha subito alcuna conseguenza, ma è stato recentemente promosso dalla sua Asl. 
In quella che Amnesty International ha definito "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale", in fondo avevano fatto tutti il loro dovere.  E sono stati ricompensati a puntino.

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