giovedì 21 luglio 2011

Fra Napolitano e i magistrati non resta che l'esilio

Una premessa è d'obbligo: io non solo non sono un giustizialista, ma aprirei tranquillamente le porte del carcere a tantissima gente che si è macchiata di piccoli reati e abolirei l'ergastolo, come hanno già fatto civilissimi paesi, sicuramente migliori del nostro. Solo che oggi, dopo il voto della Camera per l'arresto di Alfonso Papa e quello del Senato che lo ha invece negato per Alberto Tedesco (colpa di quei buontemponi della Lega o scherzo da prete dei preti del Pd?), leggere le parole del capo dello Stato mi ha provocato quel senso di fastidio che di solito provo solamente per le enormi baggianate degli stipendiati di Berlusconi. Parlando al Quirinale, l'ex stalinista, poi migliorista, poi... boh, ha detto ai magistrati che stanno effettuando il tirocinio che vanno "evitate condotte che comunque creano indebita confusione di ruoli e fomentano l'ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura''. Non solo, ma ha anche avuto il coraggio di ribadire come un peone di centrodestra qualsiasi che le intercettazioni vanno disposte dai magistrati solo in casi di ''assoluta indispensabilità''. Sembrava di sentire Silvio nei momenti in cui prova a fingersi democratico e non schiuma bava alla bocca, ma sempre Silvio è.
Dai mitici tempi di Tangentopoli a oggi, lo spettro dello scontro fra magistratura e politica è stato sempre agitato da quelli presi con le mani nella marmellata (e infatti nel Pd ce ne sono diversi), perché a parte loro, che rischiano carriera e galera, lo scontro non lo vede nessuno. Da una parte c'è una cricca di persone che utilizzano il proprio potere per arricchirsi personalmente, dall'altra magistrati e polizia che cercano di mettere loro le mani addosso, spesso con successo e mostrando prove schiaccianti. Avete mai sentito Napolitano parlare delle ingiustizie che colpiscono i poveri cristi qualunque? Lo avete mai sentito criticare gli eccessi delle nostre forze dell'ordine, come dieci anni fa al G8 o come spesso succede quando l'arrestato è un signor nessuno? Lo avete mai sentito esprimere un parere contrario alla carcerazione preventiva anche per piccolissimi reati, o per le criminogene leggi proibizioniste sulla droga che riempiono le celle di gente che non ha fatto un cazzo? Io, mai.
E adesso ci tocca magari commuoverci per Papa, il tizio che regalava in giro Rolex falsi alle donnine allegre e ieri ha fatto la parte di quello tutto casa e famiglia che non sapeva come spiegare ai figli che sì, gli toccava proprio finire in manette? 
E sulle intercettazioni, quali sarebbero quelle inutili? Quelle che ci rivelano di come l'entourage di un ministro festeggi il capodanno al Plaza di New York con un paio di attorucoli del cinemetto italiano? Quelle che ci fanno vedere da vicino che il moralismo di certi sedicenti cattolici scompare dietro il portone delle loro belle case dove entrano droga, prostitute, magnaccia e banditi della criminalità organizzata? Quelle che mettono a nudo le antipatie, le invidie e i sotterfugi della maggioranza di governo? O magari quelle che mostrano i vertici del partito del re Giorgio che si scambiano affannose telefonate mentre spingono per la conquista di una banca?
Ah, saperlo.

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