martedì 7 giugno 2011

A tre anni dai saluti romani in Campidoglio, i tassisti si ribellano al Duce.

Il 28 aprile di tre anni fa erano in Campidoglio a stappare bottiglie di champagne e a festeggiare insieme a un po' di diversamente abili inneggianti al Duce, con tanto di saluto romano. Al ballottaggio il barese trapiantato Gianni Alemanno aveva sconfitto un bollitissimo Rutelli e i tassinari de Roma vedevano in lui 'a liberazzione dagli odiati comunisti che per anni avevano tentato, senza mai riuscirci, di aumentare le licenze comunali. 
Il generone borgataro arricchito del quale fanno parte li spinge a essere una delle categorie più fastidiose che esistano. Non ce ne è uno che non ti attacchi una pippa su quanto siano poveri e sfortunati e tutti provano sempre a fotterti, dal percorso allungato inutilmente al tassametro che parte da una cifra a caso, dal mancato resto agli esorbitanti supplementi notturni. Le loro associazioni sindacali diffondo cifre false sul fatto che le tariffe sono le più basse d'Europa (per esperienza personale i taxi costano di più solamente a Londra e non c'è paragone sulla qualità del servizio). Sono, insomma, i perfetti prototipi di votante del centrodestra, cosa che puntualmente fanno. 
Ma Alemanno li ha delusi. Pensate un po'... anche lui si è accorto che a Roma mancano i taxi e vuole aumentare licenze e tasse (oltre alle tariffe già superiori a quelle di un servizio di limousine a Miami). Apriti cielo, tutti in strada a protestare e oggi in giro per Roma, soprattutto in stazione e all'aeroporto, turisti e cittadini comuni sono rimasti a piedi. "Lo abbiamo votato in massa abbiamo aspettato tre anni prima di scendere in piazza, gli abbiamo dato fiducia. E ora ci troviamo con un nulla di fatto: la lotta all'abusivismo è nulla, i noleggiatori continuano a venire da fuori Roma e sulle nostre corsie preferenziali circolano pullman turistici e moto, che tra l'altro sono pericolosissime", ha detto uno degli ingrati, dimenticando che Alemanno, per esempio, ha concesso ai taxi di violare le intoccabili corsie preferenziali dei tram, sulle quali ormai passano un po' tutti, cani e porci e che su quelli che hanno la licenza fuori Roma può fare davvero poco (che pretendono 'sti matti? La dogana?). 
Contestatissimo anche il loro ex leader Loreno Bittarelli, capo di una sigla sindacale che non ha aderito allo sciopero, forse perché il Pdl lo aveva pure candidato alle politiche, anche se non abbastanza in alto in lista per consentirgli di essere eletto. 
Tu guarda un po' questi, ahò.

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