lunedì 6 giugno 2011

Il papa in Croazia: l'assassino torna sul luogo del delitto

Degli orrori della ex Jugoslavia non si parla mai abbastanza. Dopo l'arresto del boia di Srebrenica, Ratko Mladic, considerato un patriota dai bravi cristiani visto che ha massacrato solo uomini e bambini di fede islamica (chissà come si saranno eccitati in Vaticano per questa nuova crociata), arriva il viaggio del papa ex membro della Gioventù Hitleriana in Croazia, lo stato che fu riconosciuto unilateralmente per primo proprio dalla Santa Sede, una mossa che ha contribuito al successivo bagno di sangue che per oltre tre anni ha sconvolto tutta la regione. 
Mladic, ricercato numero uno del Tribunale Penale Internazionale, si nascondeva in un convento di suore in Serbia. In Croazia, invece, i criminali di guerra si fanno addirittura santi. E' il caso di Aloisio Stepinac, ex capo della Chiesa cattolica croata e grande sostenitore del regime filonazista di Ante Pavelic, capo del partito degli Ustascia e primo grande sostenitore delle pulizia etnica nei Balcani. A quel tempo la Croazia era uno Stato-fantoccio riconosciuto solamente da Italia, Germania e Giappone, ovvero dal terzetto di infami che scatenò la Seconda Guerra Mondiale. Pavelic, fanatico cattolico, anticomunista, antiortodosso e antisemita aveva come riferimento ideologico proprio l’arcivescovo Stepinac. Il programma ideologico del governo clerico-fascista di Pavelic era semplice semplice: lo Stato croato doveva essere etnicamente puro, composto solo da devoti cattolici e quindi furono massacrati serbo-ortodossi, ebrei , rom, musulmani. Arrestato dal regime del maresciallo Tito, questo macellaio con la tonaca si è trasformato in un martire anticomunista e il papa polacco lo ha dichiarato beato nel 1998.
Oggi la Croazia, come la Serbia, deve cercare di convincere l'Unione Europea ad accoglierla fra le sue convenienti braccia. Ed ecco il viaggio di papa Ratzinger, che si reca a Zagabria a fare da testimonial, tipo spot pubblicitario. Il papa ha invitato la Ue “a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani”, accogliendo nel suo seno la Croazia ed ha “invocato su questa terra e su quanti vi abitano l’intercessione e l’aiuto del Beato Aloisio Stepinac, pastore amato e venerato dal vostro popolo”. Poi aggiunge una bugia grande come una casa, smentita da qualsiasi ricostruzione storica. Ovvero che Stepinac avversò sia il nazismo che il comunismo. E' falso. La gerarchia cattolica, della quale Stepinac erail numero uno, ne fece di tutti i colori. A parte le centinaia di documenti, non mancano neppure testimonianze fotografiche: prelati che fanno il saluto romano, frati in uniforme, suore in parata militare, conversioni forzate di massa al cattolicesimo. Un esempio su tutti: il responsabile del lager di Jasenovac (dove fu annientata la gran parte dei serbi) era il frate francescano Miroslav Filipović-Majstorović detto “Fra’ Satana”.
Meraviglioso. La pulizia etnica è dunque un valore cristiano? Il nazismo stile Ustascia fa parte del patrimonio comune di valori dei cattolici?
Ah, naturalmente il vecchio tedesco non ha perso l'occasione per uno dei suoi stanchi numeri contro il "secolarismo", evidenziando la consueta sessuofobia. “Non cedere a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio”, sono state le parole del pontefice che veste Prada.
Insomma per conquistarvi il Paradiso dovete continuare a farvi seghe fino al matrimonio (in Chiesa, mi raccomando, non le seghe... il matrimonio), però potete sempre ammazzare qualche infedele. Nel nome delle radici dell'Europa.

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