mercoledì 4 maggio 2011

Libia, il valzer delle mozioni alla Camera conferma: l'Italia ripudia la guerra (ma anche no)

Ricapitolando per tutti quelli che sono stati distratti. Berlusconi dichiara guerra alla Libia e dopo aver detto in diecimila occasioni che gli aerei italiani non avrebbero mai bombardato, urla "Geronimo!" (ah no... quello era Obama con Bin Laden, scusate) e invia anche i nostri caccia a tirare i loro bravi missiletti sul capoccione del rais. La Lega, partito mercenario buono per tutte le occasioni, si accorge che può ottenere qualcosa e minaccia fuoco e fiamme. Il presidente della Repubblica telefona al leader dell'opposizione chiedendogli in sostanza di non fare troppo casino che se no facciamo una brutta figura coi nostri padri-padroni della Nato e di Washington e alla Camera va in onda la farsa finale. Il Pd vota scandalizzato contro la mozione di maggioranza che ha rimesso d'accordo Bossi e Berlusconi, poi però ne presenta una sua un po' farlocca, la maggioranza si astiene e passa anche quella. Infine, un momento di gloria anche per il Terzo Polo che vede approvata (sempre grazie alle astensioni) anche la sua mozione.
La domanda spontanea è ovviamente la seguente: in cosa differiscono i documenti presentati da queste tre aree politiche? In nulla. Dicono tutti sì alla guerra, con piccoli e inutili distinguo. L'unica mozione, che diceva no ai bombardamenti, era quella di Di Pietro e naturalmente è stata bocciata a valanga.
Il fatto che sulla nostra Costituzione ci sia scritto che noi la guerra non dovremmo farla non frega davvero più nulla a nessuno. Evviva il presidente (uno qualsiasi)!

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