venerdì 29 aprile 2011

Beato Wojtyla, sessuofobo simbolo dell'oscurantismo e amico dei regimi totalitari.

Se Karol Wojtyla meriti o no di essere santo non è cosa sulla quale dovrebbe discutere un ateo. E poi, tutto sommato, vista la spiacevole compagnia che anche lui ha contribuito a creare (per esempio proclamando santi due personaggi come Padre Pio, definito dalle stesse autorità cattoliche uno schizofrenico autolesionista, e padre Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei e fiancheggiatore del regime franchista in Spagna), il buon Giovanni Paolo II non è che stoni più di tanto.
Eppure è impressionante la quantità di lati oscuri in cui si è fatto coinvolgere durante il suo lunghissimo pontificato. Tutti lo descrivono come colui che ha sconfitto il comunismo, senza naturalmente ammettere che nella caduta del Muro di Berlino hanno sicuramente giocato un ruolo più importante la musica rock e i modelli di vita consumistica occidentale, ma dimenticano le sue davvero spiacevoli tendenze neofasciste. Dalla volta in cui si affacciò in finestra con Augusto Pinochet, sanguinario dittatore cileno, passando per la beatificazione di Aloysius Stepinac, vescovo cattolico, complice in Croazia del regime filonazista di Ante Pavelic dal 1941 al 1945, Wojtyla ha sempre dimostrato un'insana passione per i torturatori del popolo, a patto che non fossero comunisti, ovviamente (ma alla fine ha fatto un'eccezione anche per Fidel Castro). Difficile capire cosa altro lo possa avere spinto a isolare in Salvador un vescovo come Oscar Romero, un prete che veramente era schierato dalla parte dei più deboli ed è stato ammazzato come un cane (il processo di beatificazione è iniziata nel 1997 e li è rimasta) o in Nicaragua, quando fu ripreso dalla telecamere mentre cazziava a morte padre Ernesto Cardenal, sospeso a divinis per essere diventato un ministro del governo sandinista e non aver mai speso una parola contro le feroci dittature sudamericane, tutte orgogliosamente cattoliche, come in Argentina, dove il nunzio apostolico giocava a tennis con i macellai del regime. Le mani dell'ex papa si sono macchiate del sangue della guerra nella ex Jugoslavia, scatenatasi anche per colpa dell'avventatissima decisione della Santa Sede di riconoscere unilateralmente la Croazia e i suoi criminali di guerra condannati dal Tribunale Penale Internazionale, come Ante Gotovina, protetto in patria dai francescani o il sostegno a Radio Marja, l'emittente polacca dichiaratamente antisemita, alla faccia di chi oggi ha il coraggio di scrivere che Wojtyla fu il papa che cercò la pace con islamici ed ebrei. Durante la sua permanenza in Vaticano è successo di tutto, dalla strana morte di papa Luciani al crack del Banco Ambrosiano, alla fuga di monsignor Paul Marcinkus, dal caso di Emanuela Orlandi fino al bizzarro attentato di Ali Agca e la definitiva presa del potere da parte della massoneria cattolica, la setta dell'Opus Dei, diventata prelatura personale dell'ordinamento cattolico.
In compenso, vittima oltre che dell'anticomunismo anche dell'ossessione per il sesso, è stato inflessibile contro uso del preservativo, aborto e divorzio, alzando il vocione per trattare le debolezze della gente come avrebbe dovuto invece fare con certi infami di suo gradimento. E a completamento del quadro, si è lasciato morire rifiutando un trattamento terapeutico come la Chiesa cattolica non vorrebbe consentire ai poveri cristi.
Se questo è un santo...

1 commento:

  1. Purtroppo molte cose del Santo son note, assai più, purtroppo, molte altre colme di terribili dubbi sono ignote.

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