giovedì 3 febbraio 2011

Esultare per un pareggio: il federalismo bocciato in Bicamerale. La Lega stacca la spina?

Il federalismo è una boutade vecchia quanto la Lega Nord, che l'ha sempre usata facendo credere ai suoi elettori che passata una legge del genere i loro ricchi soldi sarebbero rimasti nelle loro ricche regioni, non riuscendo tuttavia a spiegare ai trinariciuti abitanti della Padania che i servizi al cittadino si pagano attraverso le tasse, una parola che nel mitico nord est ha il sapore della bestemmia. Roma ladrona, stato assistenzialista, meridione ladro e mafioso. Poi è arrivata la crisi, la Lega si è piazzata armi e bagagli nella Roma godona, la mafia è salita anche al nord, così come la disoccupazione e la cassa integrazione, e il tutto ha preso la strana piega della farsa. 
Il federalismo è buono o cattivo? Divide o no l'Italia? Sono domande inutili, visto che la gestione della cosa pubblica, che venga effettuata a livello locale o a livello nazionale, dipende  solo da un unico fattore: l'onestà di chi si occupa delle risorse. La corruzione c'è a tutti i livelli e sappiamo bene che fra tasse evase e finanziamenti destinati ai soliti amici degli amici, i soldi per i cittadini vengono gettati nel cesso a Milano come a Reggio Calabria, a Napoli come a Bergamo. 
Però mettetevi nei panni di Umberto Bossi. Ce l'ha menata per anni questa minestra riscaldata, come se fosse la madre di tutte le battaglie, costringendosi a governare insieme alla "porcilaia fascista" (così definiva gli ex missini) e al "mafioso di Arcore", pur di poter piantare quella bandierina simbolo nello scacchiere normativo italiano. Poi ci sarebbe stato tempo per convincere quei fessi degli elettori che le nuove tasse che avrebbero imposto i comuni non erano vere tasse. 
In Bicamerale oggi è finito in pareggio (quindi sostanzialmente una bocciatura) il voto del parere sul federalismo municipale (quello che intanto avrebbe dato una stangata fenomenale ad artigiani e commercianti, che lì nel nord-est mica lo so se l'avrebbero presa tanto bene). Il governo può andare avanti con il decreto, ma improvvisamente fra le camicie verdi si alza la voglia di staccare la spina. 




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