venerdì 11 febbraio 2011

Aria di Risorgimento: scende in campo la ministra "de' li gggiovani" Giorgia Meloni.

Tranquilli patrioti, a difendere l'unità d'Italia è scesa in campo anche la ministra "de' li gggiovani", Giorgia Meloni, che ha addirittura litigato con il temibile Umberto Bossi in Consiglio dei Ministri sulla festività del 17 marzo, un argomento di grandissima attualità, come immginerete, in un momento politico del genere. E' lei stessa a raccontarlo intervistata da Luca Telese per Il Fatto Quotidiano, rivendicando lo scazzo e un sostanziale "pareggio" nel braccio di ferro con i leghisti, poco disposti a concedere l'onore di festa nazionale alla ricorrenza del 150mo anniversario dell'Unità d'Italia. 
La Meloni fa parte dei protagonisti del "macchiettismo" post-fascista, con i reduci che una volta persa la bussola da una parte cercano di rifarsi una carta di identità liberal-democratica un po' fuori tempo massimo e dall'altra si inchinano come umili servitori al dispensatore di poltrone di turno. Parla con un accento romanesco paragonabile a quello delle due ragazze di Ostia del "calippo e 'na bira" (è cresciuta alla Garbatella e gli abitanti del suo quartiere sono sicuramente molto contenti del fatto che la sua camerata Renata Polverini abbia fatto chiudere il pronto soccorso dell'ospedale di zona)  e rivendica sempre il suo attivismo giovanile a garanzia della sua genuina passione politica. In realtà, deve quasi tutto a Gianfranco Fini, che l'ha spinta fino alla presidenza di Azione Giovani e l'ha fatta eleggere in Parlamento nel 2006 nel listino bloccato di Alleanza Nazionale grazie alla legge elettorale porcata  (insomma, non l'ha votata nessuno, era solo in buona posizione in lista), ma è rimasta nel Pdl e difende a spada tratta Berlusconi. Orfana delle ideologie dalle quali proviene, ora si è innamorata del Risorgimento e dei suoi eroi "bellissimi e giovanissimi", al punto che il suo inutile ministero lancerà addirittura un videogioco e uno spettacolo folk itinerante per ricordare Cavour e Garibaldi, ma in un intervento pubblicato dal Giornale, non dimentica le sue radici e si lascia andare a un ridicolo paragone fra il 17 marzo e il 25 aprile.
Peccato che stia al governo con l'unico partito che si dichiara contro l'unità d'Italia, e che tiene sostanzialmente la maggioranza per le palle, malgrado le sue litigate per futili motivi con il leader delle camicie verdi (lui le ha detto: "Romanina ti devi rassegnare" e la nostra eroina ha risposto fieramente: "Se fossi una che si rassegna, non sarei andata ad attaccare manifesti a 14 anni", una frase che deve aver sicuramente terrorizzato chi ha detto che con il tricolore ci si pulisce il culo). E peccato anche che quando si parla di questioni sociali si schieri sempre con il Vaticano (dal caso Englaro, al crocifisso nelle scuole, fino a una assurda polemica con Gianna Nannini, diventata madre a oltre 50 anni grazie alla fecondazione eterologa), che non è stato esattamente un sostenitore del Risorgimento (e non lo sarà mai).
Una persona dalle poche idee, ma ben confuse. 



 

2 commenti:

  1. Vedo la Meloni spesso a Porta a Porta. Si sente che è romana come si sente che la Finocchiaro e la Prestigiacomo sono siciliane. Anzi, per la Finocchiario l'inflessione dialettale è molto più accentuata. Un po' come quella piemontese della Turco, aggravata dal tono isterico della deputata. Quindi, questo terribile accento romanesco della Meloni non esiste, e già da questa introduzione si comprende bene come il vostro articoletto sia di parte, privo di appigli reali. Così come quando scrivete che la Meloni non è mai stata votata da nessuno, dovreste sapere che la stessa è stata il consigliere comunale più giovane di sempre eletto a Roma, e quando fu eletta il suo collegio era appunto la Garbatella, uno dei collegi più rossi della città, e dove la Meloni spostò i voti del suo partito di parecchie posizioni a favore.
    Ora, si può essere d'accordo o meno con la Meloni, ma scrivere un bel po' di cattiverie prive come al solito di fondamento, è un'altra questione.
    Niente di travolgente, ovviamente. Il solito metodo dell'informazione di sinistra: insultare, svilire, aggredire l'avversario con scemenze e menzogne, insulti a tutto spiano perché non si possiede mai un'idea originale con cui contrastare chi non la pensa come voi.
    Patetici e, perdonatemi, anche un po' stupidi per non aver ancora capito che tutto ciò non paga in termini di consenso.

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  2. Io non cerco alcun consenso e il fatto che lei mi iscriva di diritto alla "informazione di sinistra" dimostra i metodi di voi berlusconiani, per cui se uno non è d'accordo con voi allora è comunista. Fatta questa doverosa premessa, a me pare che il romanesco della Meloni sia imbarazzante davvero, perché non si tratta di un accento come quello delle altre persone da lei citate (per le quali comunque non provo alcuna simpatia), ma è una vera e propria storpiatura dell'italiano, con patetici errori di pronuncia e sintassi (del resto vanta come titolo di studio un diploma di liceo linguistico, che mi concederà non è proprio il massimo per una che siede in Consiglio dei Ministri). Che poi sia stata eletta nel suo quartiere (in che posizione di lista l'aveva messa l'ex pigmalione Fini?) come consigliere comunale (carica per la quale certo bastano molti meno voti che per essere eletti alla Camera) non cambia il fatto che sia diventata parlamentare sempre grazie a Fini e alla legge elettorale porcata (voglio vedere come sarebbe andata in un collegio uninominale, non potendo presentarsi a Garbatella, dove come ha detto anche lei vince sempre Rifondazione Comunista).
    La signora è una vera e propria macchietta (l'ultracattolica a cui piace il Risorgimento, roba da ridere forte), guida un ministero inutile, è la foglia di fico di un governo che fa finta di occuparsi delle questioni giovanili con i videogiochi sull'Unità d'Italia e per giunta difende a spada tratta un uomo che di certo non è un bell'esempio di quella legalità che tanto dovrebbe piacere alla destra e un governo dove i leghisti secessionisti fanno il bello e il cattivo tempo. Secondo lei non è abbastanza per definire la Meloni patetica e stupida? Lei pensa che invece lo sia io, e pazienza. Ma le "cattiverie" che ho scritto sono tutt'altro che prive di fondamento.

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